La Robotic Process Automation, secondo Micro Focus, è “un insieme di tecnologie che abilitano l’automazione dei processi lavorativi e che sono in grado di sfruttare sofware intelligenti per eseguire in automatico una serie di attività ripetitive, anche interagendo con altre applicazioni”.
Secondo Gartner, la spesa per questo tipo di tecnologia è salita del 57% tra il 2019 e il 2020, per un ammontare di più di $680 milioni totali. Market Research Future stima che entro il 2023 si raggiungerà la cifra complessiva di $2.7 miliardi, con un tasso di crescita attorno al 30% annuo. I paesi più preparati alla rivoluzione RPA sono gli Stati Uniti e l’Europa, in particolare la Germania, il Regno Unito e l’Italia.
Qualunque sia la dimensione delle aziende, tutte possono trarre beneficio dall’automazione di attività necessarie, ma ripetitive e che richiedono molto tempo:
- Le PMI riescono a superare i limiti dati dalla grandezza ridotta e allocano le risorse in maniera più efficiente, snellendo i compiti e riducendo le tempistiche;
- Le grandi aziende, invece, aumentano la qualità dei prodotti e servizi offerti, riducendo i tempi di produzione e abbassando il prezzo.
La tecnologia RPA cresce anche grazie alle competenze sempre maggiori in Machine Learning: è diventato semplice, infatti, definire il processo decisionale dei bot via codice e controllarli in maniera centralizzata una volta distribuiti. Oggi non solo è possibile superare gli errori umani e indirizzare i compiti ripetiti ai robot, ma anche direzionare processi semi-strutturati e strutturati, come l’immissione e il confronto di dati, l’elaborazione di decisioni semplici e complesse tramite algoritmi, e la ricerca e il raggruppamento di informazioni.
Le caratteristiche più importanti di cui tener conto sono la sicurezza e il controllo centralizzato, l’adattamento dei bot e l’architettura modulare e scalare, dunque l’elasticità del sistema. È fondamentale, inoltre, automatizzare processi che non siano già di per sé scorretti, obsoleti o inadatti. Senza queste proprietà, in particolare l’adattamento e il controllo centralizzato, l’RPA non porterà agli effetti sperati, e anzi si rivelerà una spesa poco utile. Si deve considerare, infatti, che i costi di un sistema con tecnologia RPA arrivano a raggiungere dieci volte quello di una normale licenza per software: oltre ad implementare l’hardware e il software, si devono sostenere il funzionamento dei robot, lo sviluppo e il supporto, l’aggiornamento e l’eventuale introduzione di nuove funzionalità. È quindi importante valutare il TCO (total cost ownership) e i POC (proof of concept), ma tener conto, d’altra parte, dei miglioramenti in termini di fluidità e velocità, e anche di vantaggi specifici minori che però fanno la differenza nell’azienda. Uno studio condotto da KPMG e Horses For Sources (HFS) riporta questi dati: almeno il 50% delle aziende effettuerà a breve o sta pensando di effettuare un investimento nell’RPA, in particolare in sette dei nove dipartimenti fondamentali per la buona riuscita del business (ad esempio produzione, HR, marketing, IT, finanza e controllo, ma possono variare da azienda ad azienda). Inoltre, lo studio sottolinea che il mercato globale per l’RPA ha raggiunto $1.57 miliardi nel 2020 e prevede che esso crescerà con un CAGR (tasso di crescita annuo composto) del 32.8% tra il 2021 e il 2028.
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